La mostra “Pino Settanni. I tarocchi”, dal 30 agosto al 26 novembre 2023 alle Stanze della Fotografia, presenta al pubblico 61 immagini dei tarocchi, di cui i 22 Arcani maggiori, 16 figure degli Arcani minori, e una selezione inedita di foto di backstage, con lo stesso fotografo che si mette in scena sul set. Immagini rivelatorie e divertite scoperte durante la digitalizzazione del fondo Settanni presso l’Archivio Luce.
Settanni si dedica alla serie fotografica dei tarocchi, le celebri carte della tradizione europea, nel 1994, sollecitato dalla lettura de Il castello dei destini incrociati di Italo Calvino, e rendendo personale e definitivo omaggio alla pittura di studio di quello che è stato il suo principale riferimento iconografico per la vita, Caravaggio.
Studiando i precedenti pittorici dedicati alle carte da gioco, come Dürer e Brueghel il Vecchio, e dopo un lavoro quotidiano di sei mesi nel suo studio, Settanni dà vita a un’opera senza precedenti: è la prima volta che le figure dei tarocchi sono fotografate con sembianze umane.
I tarocchi presentati in stampe smaglianti a Venezia rivelano una facciata ulteriore di un fotografo genialmente poliedrico, un artista che ha portato il pubblico nelle stanze del jet set e nell’umanità dei fragili, nella bellezza segreta di molti luoghi e, come con la magica effusione di questo gioco di carte, in quella della cultura europea. Abbattendo i confini tra le arti, tra la serietà e la leggerezza, tra il reale e il sogno.
Pino Settanni è stato uno dei più originali, vivaci e versatili autori della fotografia contemporanea. Un artista che negli ultimi anni sta vivendo una crescente riscoperta, con esposizioni e pubblicazioni, dopo l’acquisizione da parte dell’Archivio Luce del suo intero fondo fotografico, composto di oltre 60.000 immagini. Un immenso patrimonio di cui il Luce cura conservazione e digitalizzazione completa.
Biografia
Pino Settanni nasce a Grottaglie (Taranto) il 21 marzo 1949. Terminate le scuole si impiega, dal 1966, alle Acciaierie Italsider di Taranto. Fin da ragazzo si dedica alla fotografia: per seguire la sua passione nel 1973 lascia il lavoro all’Italsider e, dopo brevi soggiorni a Torino e Milano, si trasferisce a Roma. Collabora con le sue foto a giornali e riviste e nel 1975 conosce Monique Gregory, sua futura moglie, che dirige una galleria d’arte in via del Babuino e lo introduce nell’ambiente artistico romano. Sono anni intensi: nel 1986 a Parigi partecipa al Mois de la Photo; nel 1987 si trasferisce definitivamente nello studio di via di Ripetta a Roma; nel 1989 espone settantasette Ritratti in nero… con oggetto. Accanto ai famosi ritratti di personalità del cinema, dell’arte, della cultura, la sua produzione assume sempre più frequentemente una forma seriale: nel 1994 realizza i Tarocchi; dello stesso anno è la serie dello Zodiaco; seguono i Vizi Capitali; l’anno successivo la Maison Européenne de la Photographie gli commissiona l’Alfabeto dei francesi a Roma. Tra il 1998 e il 2005 realizza, su commissione dell’Esercito Italiano, vari reportage nei Balcani e in Afghanistan. Da queste esperienze nascono anche due documentari: Kabul le donne invisibili (2002), presentato al Festival del Cinema di Locarno, e Balcani, gli sguardi, la memoria (2003). L’esplorazione delle inedite potenzialità del digitale lo porteranno ad elaborare le foto delle donne afghane, immerse in un vorticoso tripudio di panneggi colorati descritti da Cesare de Seta come “sciabolate di colore”. Muore a Roma il 31 agosto 2010.
La mostra è realizzata da Archivio Luce Cinecittà, in collaborazione con Le Stanze della Fotografia.
Venezia, Isola di San Giorgio Maggiore
Vaporetto: Fermata San Giorgio, linea 2
Aperto tutti i giorni dalle ore 11 alle 19.
Chiuso il mercoledì
tel.:+39 041 2412330
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